Aiutano a liberare il naso prima e accorciano la vita al raffreddore. Gli integratori minerali di zinco sono stati promossi dalla Cochrane Library come rimedio al malanno di stagione più odiato. Una revisione di 15 studi dedicati alle terapie antiraffreddamento, che hanno coinvolto 1.360 persone, ha permesso di stabilire che lo zinco – in pastiglie, sciroppo o compresse – assunto entro un giorno dalla comparsa dei sintomi ne riduce intensità e durata. A sette giorni dai primi starnuti, le guarigioni complete hanno interessato per la maggior parte pazienti che avevano assunto gli integratori rispetto a chi non l’aveva fatto. E ancora, i bambini che avevano assunto zinco per cinque o più mesi erano più immuni dal raffreddore in confronto agli altri compagni di scuola. Chiamarlo “banale” non è sempre opportuno: basti pensare che bel il 40% delle assenze di lavoro e la maggior parte di quelle scolastiche – calcolate in milioni di ore – sono dovute alla costipazione dovuta al raffreddore.

La panacea contro il raffreddore non esiste. La vitamina C, ad esempio, viene indicata spesso come il rimedio più efficace, ma altrettanto spesso vengono pubblicati studi che smentiscono questa convinzione. L’idea che lo zinco potrebbe essere efficace contro il raffreddore non è recente: a lanciarla fu uno studio del 1984 secondo cui lo zinco avrebbero aiutato a ridurre la durata dei sintomi. La prima revisione sistematica di Cochrane è del 1999. L’ultima in ordine di tempo secondo Meenu Singh dell’Institute of Medical Education e Research di Chandigarh, in India, “rafforza gli elementi di prova a favore dello zinco come trattamento per il raffreddore comune. Tuttavia al momento è ancora difficile stabilire una raccomandazione per tutti – conclude il ricercatori – perché non sappiamo molto circa la dose ottimale, la formulazione o la durata del trattamento”.

di Cosimo Colasanto
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